Pubblico anche qui l’articolo uscito oggi su Diritto di Critica, che ha fatto molto discutere. Considerando che non aggiorno questo blog da una vita, potrebbe essere la volta buona per ricominciare. O forse no.

Caro Grillo, lascia che ti spieghi il giornalismo (precario)

Caro Grillo,
Pare che ieri tu abbia esordito così: “E’ chiaro che un ragazzo che prende dieci euro ad articolo non va a controllare le fonti dei suoi articoli: fa un articolo, lo sbaglia, fa un altrocontro-articolo, poi fa una smentita, fa tre articoli e porta acasa uno stipendio. E’ questa l’informazione”.

Come trovata comica, ammettiamolo, è esilarante.  Bravo. Urla e applausi dalla platea festante. Ma se non si trattasse di una battuta, ecco, allora sarebbe il segno evidente che forse ti sfugge qualche tassello di realtà e della professione giornalistica. E – diciamocelo – se così fosse non ti farebbe nemmeno onore. Leggi il seguito di questo post »

Di Castel Volturno si ricorda solo la strage, di Rosarno la rivolta. Di cosa siano i ‘kalifoo ground’, cioè le rotonde dove trovare schiavi a giornata, invece, non si sa quasi nulla. Eppure ce ne sono tante nei dintorni di Napoli e Caserta, ma anche a Roma, a Milano, nel Sud Pontino, nel Salento, nel Foggiano, a Palazzo San Gervasio in Basilicata, in ogni angolo nascosto o isolato d’Italia, vicino ai campi o nei pressi degli smorzi.

E le rotonde sono tutte uguali, tutte: la mattina presto si popolano di nugoli di immigrati che aspettano il caporale di turno. Qualche ragazzo, per non perdere il posto, la notte si riduce a dormire con il sacco a pelo nei pressi del ‘kalifoo ground.’

Storie, vicende di vita che a fatica trovano spazio sui giornali locali e ancor meno sulle pagine nazionali, nonostante si tratti di una realtà di sfruttamento capace di alimentare buona parte del Prodotto Interno Lordo italiano (tanto caro alle statistiche ufficiali). E quando queste realtà vengono raccontate – per casi di cronaca spesso eclatanti – si parla semplicemente di ‘clandestini’, senza approfondire le diverse fattispecie di migranti, le loro storie, le loro vite, spesso le loro morti. Mentre poco o nulla si sa su quanti arrivano in Italia con visti turistici e poi spariscono, o delle centinaia di ‘ballerine’ che arrivano dall’Africa o dai Paesi dell’Est con un visto «per motivi di spettacolo» e poi fatte sparite nel budello nero della prostituzione.

A osservarlo dall’esterno, quello dell’informazione italiana che negli ultimi decenni ha dovuto fare i conti con l’immigrazione clandestina appare spesso come un cortocircuito che non riesce a trattare in modo profondo il fenomeno dei flussi migratori, riducendo tutto a una dimensione emergenziale che decontestualizza un problema complesso e delicato.
Per capire come può migliorare sotto questo aspetto l’informazione italiana e come raccontare l’immigrazione, al Festival del Giornalismo di Perugia il panel “Immigrazione e Media: il caso Italia” organizzato dalla redazione del giornale on lineDiritto di Critica: riuniràLaura Boldrini (portavoce dell’Alto Commisario per i Rifugiati dell’Onu) Eric Jozef (corrispondente in Italia per Liberation) e Corrado Giustiniani (cronista del Messaggero ed esperto di immigrazione).

Dalla Carta di Roma – voluta dall’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa all’indomani della strage di Erba come strumento deontologico per guidare i cronisti nel raccontare l’immigrazione – ai fatti che hanno caratterizzato questi ultimi anni a cavallo tra l’epoca Berlusconi e il governo tecnico, l’incontro analizzerà quanto è stato detto e scritto fino ad oggi sull’immigrazione, senza dimenticare le vicende della Vlora fino ad arrivare all’ormai nota “emergenza Lampedusa”, alla sua gestione e all’impronta che negli italiani è rimasta del fenomeno migratorio anche a seguito dei racconti testimoniati dai giornali.

Pubblicato su L’Espresso il 23.04.2012

Torno ad aggiornare il blog dopo oltre sette mesi per scrivere una riflessione tutta agostana, figlia dell’ombrellone e della calura estiva.
In questi mesi l’Italia sta affrontando una crisi mondiale guidata dalle agenzie di Rating: il loro pollice verso decide le sorti del mondo (nonostante la loro presunta scientificita’ non gli permetta nemmeno di esprimere un giudizio univoco sugli Usa). E stamattina, dopo aver sfogliato i quotidiani, sono rimasto colpito da un Tweet inviato in rete dal vicedirettore di Libero, Franco Bechis: “Piu’ tasse, nessun taglio a spese pazze e rendite. complimenti per la manovra sovietica! Legatemi a un palo mai volessi rivotare Pdl!”. Credo che da solo renda l’idea dello stallo in cui e’ caduto il governo: senza idee (e per lo più’ sordo ai tagli chiesti dall’Europa), rastrella soldi dalle tasche del ceto medio italiano. Salvo poi pagare spot televisivi ai limiti del ridicolo che definiscono “parassita della societa’” gli evasori: di sicuro adesso smetteranno di evadere, preda di una lancinante consapevolezza. Niente di nuovo sotto il sole: teatrino italiota. E alla mente torna il prologo della commedia: “Meno tasse per tutti”, le ultime parole famose.

Pubblicato: agosto 12, 2011 in Economia
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“Una bomba è esplosa per attirare i fedeli fuori dalla chiesa e altre due hanno investito un attimo dopo quanti fuggivano”. È questo il racconto della dinamica dell’attentato che ieri, ad Alessandria d’Egitto al termine della messa di mezzanotte ha ucciso almeno 21 fedeli della chiesa cristiana copta e ferito un’ottantina di persone. Dimenticate e spesso in difficoltà, le minoranze cristiane nel mondo vivono situazioni di discriminazione estrema che in paesi come l’Iraq – e ieri l’Egitto – in molti casi si traducono in omicidi e attentati. Leggi il seguito di questo post »

Di Erica Balduzzi ed Emilio Fabio Torsello

La vicenda di Sakineh Mohammadi Ashtiani sembra ben lontana da una soluzione. L’attenzione mediatica sul suo caso, infatti, va riducendosi in proporzione al silenzio che giorno dopo giorno mette in sordina la sorte quantomai incerta della donna, accusata in Iran di adulterio e di concorso nell’omicidio del marito. In una condizione molto simile, in Pakistan, c’è un’altra donna, Asia Bibi, di fede cristiana, accusata di aver “offeso” il profeta Maometto e condannata a morte in base alla legge sulla blasfemia.

Diritto di Critica ha intervistato in due puntate (la seconda sarà pubblicata domani e riguarderà gli Stati Uniti), il portavoce italiano di Amnesty InternationalRiccardo Noury, per fare il punto sulle accuse e sul futuro delle due donne. Secondo Noury, in particolare, se da un lato è essenziale salvare la vita di Sakineh, dall’altro sarebbe un gravissimo errore ridurre la questione sul mancato rispetto dei diritti umani in Iran al suo caso. Come Sakineh, infatti, nel Paese di Ahmadinejad «ci sono centinaia di persone in attesa di essere giustiziate». Che si porti avanti la battaglia a favore di un’unica persona, secondo Noury, «conviene a tutti». Leggi il seguito di questo post »

Di seguito  la photogallery con le immagini scattatedurante la manifestazione studentesca del 14 dicembre 2010. Dagli scontri davanti al Senato fino alla guerriglia su via del Corso.

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Sequestrati sul Sinai con la minaccia di essere uccisi se non pagheranno ottomila euro a testa. È questa la condizione in cui si trovano 250 africani, di cui un’ottantina eritrei, bloccati da un mese in condizioni disperate al confine tra Egitto e Israele. A tenerli in ostaggio, una banda di beduini dedita al traffico internazionale di stupefacenti che ha già ucciso almeno sei ostaggi e costretto altri quattro profughi a donare un rene per pagarsi il riscatto: «sono stati portati via alcuni giorni fa – ha raccontato una donna che si trova sul Sinai, al telefono con don Mussiè Zerai, sacerdote eritreo e direttore della ong Habeshia – di loro però non abbiamo alcuna notizia». Incerta anche la localizzazione esatta della prigione, circostanza che appare ancor più paradossale se si pensa che diversi profughi sono raggiungibili telefonicamente e riferiscono di sentire da lontano la voce di un muezzin che chiama alla preghiera. Leggi il seguito di questo post »

Curioso: il Fatto quotidiano nei confronti di Razzi si comporta esattamente al modo del Giornale (pag.4 del Fatto di oggi): apertura della prima pagina e paginone interno dedicato ai suoi guai processuali etcetera.
Domanda: fino ad oggi il parlamentare IdV per Padellaro e’ stato un bravo politico? Solo adesso al Fatto si ricordano delle beghe processuali di Razzi?

EF

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…immagino che adesso la Procura di Roma aprira’ un’inchiesta anche sull’abbandono di Berlusconi da parte di Fini. Li’ non potrebbe esserci stata corruzione? O si indaga su tutti quelli che cambiano casacca o non si indaga su nessuno…

EF

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Raggiungimento degli standard di qualità e il relativo bonus, ilsistema di protezione del treno disattivato e la prospettiva di pesanti tagli sullo stipendio ai macchinisti “disobbedienti”. È questo il mix di ingredienti che secondo la procura di Roma avrebbe portato all’incidente ferroviario della metropolitana di Roma del 17 ottobre 2006 in cui perse la vita Alessandra Lisi, giovane ricercatrice di trent’anni e 452 passeggeri rimasero feriti. Leggi il seguito di questo post »