Di Castel Volturno si ricorda solo la strage, di Rosarno la rivolta. Di cosa siano i ‘kalifoo ground’, cioè le rotonde dove trovare schiavi a giornata, invece, non si sa quasi nulla. Eppure ce ne sono tante nei dintorni di Napoli e Caserta, ma anche a Roma, a Milano, nel Sud Pontino, nel Salento, nel Foggiano, a Palazzo San Gervasio in Basilicata, in ogni angolo nascosto o isolato d’Italia, vicino ai campi o nei pressi degli smorzi.
E le rotonde sono tutte uguali, tutte: la mattina presto si popolano di nugoli di immigrati che aspettano il caporale di turno. Qualche ragazzo, per non perdere il posto, la notte si riduce a dormire con il sacco a pelo nei pressi del ‘kalifoo ground.’
Storie, vicende di vita che a fatica trovano spazio sui giornali locali e ancor meno sulle pagine nazionali, nonostante si tratti di una realtà di sfruttamento capace di alimentare buona parte del Prodotto Interno Lordo italiano (tanto caro alle statistiche ufficiali). E quando queste realtà vengono raccontate – per casi di cronaca spesso eclatanti – si parla semplicemente di ‘clandestini’, senza approfondire le diverse fattispecie di migranti, le loro storie, le loro vite, spesso le loro morti. Mentre poco o nulla si sa su quanti arrivano in Italia con visti turistici e poi spariscono, o delle centinaia di ‘ballerine’ che arrivano dall’Africa o dai Paesi dell’Est con un visto «per motivi di spettacolo» e poi fatte sparite nel budello nero della prostituzione.
A osservarlo dall’esterno, quello dell’informazione italiana che negli ultimi decenni ha dovuto fare i conti con l’immigrazione clandestina appare spesso come un cortocircuito che non riesce a trattare in modo profondo il fenomeno dei flussi migratori, riducendo tutto a una dimensione emergenziale che decontestualizza un problema complesso e delicato.
Per capire come può migliorare sotto questo aspetto l’informazione italiana e come raccontare l’immigrazione, al Festival del Giornalismo di Perugia il panel “Immigrazione e Media: il caso Italia” organizzato dalla redazione del giornale on lineDiritto di Critica: riuniràLaura Boldrini (portavoce dell’Alto Commisario per i Rifugiati dell’Onu) Eric Jozef (corrispondente in Italia per Liberation) e Corrado Giustiniani (cronista del Messaggero ed esperto di immigrazione).
Dalla Carta di Roma – voluta dall’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa all’indomani della strage di Erba come strumento deontologico per guidare i cronisti nel raccontare l’immigrazione – ai fatti che hanno caratterizzato questi ultimi anni a cavallo tra l’epoca Berlusconi e il governo tecnico, l’incontro analizzerà quanto è stato detto e scritto fino ad oggi sull’immigrazione, senza dimenticare le vicende della Vlora fino ad arrivare all’ormai nota “emergenza Lampedusa”, alla sua gestione e all’impronta che negli italiani è rimasta del fenomeno migratorio anche a seguito dei racconti testimoniati dai giornali.
Pubblicato su L’Espresso il 23.04.2012